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Le paure dei bambini

  • Immagine del redattore: Giada Lauretti
    Giada Lauretti
  • 14 mar 2024
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 22 mar 2024


Quando ti sembra di non riuscire a rassicurare tuo figlio, è possibile che dentro di te risuonino difficoltà legate alle tue paure infantili. Anche se non è accaduto nulla di traumatico, tuo figlio potrebbe trovarsi ad attraversare un momento di bisogno, perché magari sta affrontando uno stress o dei cambiamenti e, attraverso la paura, ottiene la tua vicinanza e può riconquistare la sicurezza. La paura ha un valore per il vostro legame.





C’era una volta un bambino che aveva qualche pauretta. Riesci a vederlo? Certo, sembra tuo figlio. No, no, guarda meglio, quel bambino eri tu! Non ricordi di essere stato così piccolo e indifeso…


Che effetto fa ripensare a quel mini-te, con quegli occhietti sbarrati e la lacrima che scende?

Chissà perché in quel periodo tutte le paure venivano a te… non lo sapevi e forse non lo sai neanche ora, ma sono sicura che sapresti dire subito cosa ti avrebbe fatto stare meglio tra: tua madre o tuo padre che ti abbracciavano dicendoti “sono qui” o tua madre o tuo padre che cambiavano stanza, dicendoti “basta, non c’è nulla di cui aver paura, ogni volta una storia!”


A volte i bambini hanno paura di cose così innocue e inesistenti come il buio, i mostri, il rumore della lavatrice, l’ombra del cappotto appeso al muro… e ci sono quei periodi che tu, che sei stanco e hai tante faccende da sbrigare, pensi di aver aiutato tuo figlio a risolverne una quando ne compare un’altra e poi un’altra, si tormenta e ti tormenta così, con paure sparate a raffica, che non hai tempo di fiatare e sembra che tu abbia perso il potere magico di rassicurarlo.

Ma a che serve la paura, se non a complicarci la vita?

La paura contiene in sé un grande valore, il valore del legame affettivo.


La paura è un'emozione che segnala un problema che può mettere a rischio la pelle: mancanza di nutrimento, dolore, stanchezza, minacce. Segnala un bisogno di sicurezza. È un’emozione antica, collegata a reazioni che sperimentiamo in situazioni pericolose, come accade ai rettili di fronte ai predatori. Per il cucciolo d’uomo, la lotta per la sopravvivenza significa molto più di questo, significa richiamare l’attenzione di un adulto di riferimento, che lo proteggerà, soddisferà i suoi bisogni e lo calmerà, per tanti anni prima di diventare grande e imparare a farlo da solo. La vicinanza protettiva dell’altro assicura maggiori possibilità di sopravvivenza del singolo e della specie.


In alcune fasi di crescita, più che in altre, tuo figlio deve affrontare un concentrato di sfide, per esempio un cambio di scuola, le frustrazioni con gli amici, gli insegnanti che fanno più richieste, la tua difficoltà nel gestire le mille cose della quotidianità. È in quei momenti che ha maggior bisogno di te e questo bisogno per il bambino si esprime con la voce e i toni della paura, paura di trovarsi da solo ad affrontare tutte queste prove, per questo può risultare lamentoso, inconsolabile, appiccicoso.


Quali sono le opportunità che tuo figlio, con la sua paura, offre a te, mamma, e a te, papà? L’opportunità di rispondergli nel modo in cui avresti voluto che rispondessero a te, o nel modo in cui ti hanno calmato, quando avevi paura, l’opportunità preziosissima di rassicurarlo e di esercitare il tuo ruolo di genitore, l’opportunità di conquistarti la sua fiducia in un legame tra voi che sarà forte per la vita, che resisterà anche agli strattoni della fase adolescenziale. L’opportunità di ricordargli che ci sei e che può contare su di te. I periodi in cui le paure si concentrano poi passano, non contare tutte le volte che ti sembra di dover ripetere le stesse cose per tranquillizzarlo: è un nodino in più alla corda del vostro legame. Con sorpresa, un giorno non avrà più quelle paure e riprenderà il suo percorso di crescita, più forte di prima. 

Sai, in questo caso devi mettere in campo, oltre alla calma, anche l’impegno e la pazienza, ma sono qualità che hai, sei un genitore.




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