Genitori e figli: le punizioni funzionano?
- Giada Lauretti
- 19 feb 2024
- Tempo di lettura: 3 min
Sei proprio sicuro sicuro che il tuo ruolo di genitore, così importante, si limiti soltanto a sopprimere un comportamento scorretto? E poi, tuo figlio come potrà sapere con quale comportamento sostituirlo?
Oggi facciamo questo esperimento. Proviamo a metterci nei panni di un bambino quando viene punito.
Parliamo di punizioni fisiche come gli schiaffi o andare a letto senza cena, e psicologiche, come l’isolamento, la privazione di attività o giochi piacevoli, compiti scolastici in più, lavori fisici.
La punizione rientra in uno stile d’accudimento autoritario, è diretta al bambino e non al comportamento indesiderato. “Sarai punito” o “ti meriti una punizione” rimanda al bambino un’immagine di sé negativa, di persona cattiva o sbagliata e quindi potrebbe sentirsi spacciato, irrecuperabile.
Alcuni genitori mi dicono: dottoressa, io però mi ricordo che quando ero piccolo, i miei genitori mi punivano e io mi comportavo bene, quindi le punizioni funzionano! Altri genitori a volte mi dicono: dottoressa, con un figlio le punizioni funzionano e con l’altro no.
La punizione non funziona mai, anche se a volte sembra di sí, perché dobbiamo considerare due piani: uno più superficiale, che riguarda il comportamento manifesto, e uno più profondo, che riguarda l’emotività e l’immagine di sè.
Possiamo considerare molto grossolanamente tre gruppi di bambini: quelli che ingoiano emozioni, quelli che le buttano fuori e quelle che le comunicano. Di solito i bambini che fanno parte di quest’ultimo gruppo non subiscono punizioni e, se capita come incidente di percorso, te lo fanno notare in modo preciso e puntuale, lasciandoti senza parole.
Se tuo figlio ha la tendenza a ingoiare le emozioni, ti sembrerà che la punizione funzioni perché effettivamente interrompe il comportamento che non vuoi, ma c’è un vissuto non visibile che può esser fatto di paura (tuo figlio ti teme), di rabbia (tuo figlio ti serba rancore o lo rivolge a se stesso), di tristezza (tuo figlio si sente solo anche se ci sei tu), di vergogna (tuo figlio si sente incapace o indegno). La punizione è uno stop duro, che spesso interrompe la comunicazione tra di voi.
Se tuo figlio ha la tendenza ad espellere emozioni, sei più fortunato, perché capisci subito che qualcosa non va. I comportamenti che non vuoi possono peggiorare per intensità e aumentare di frequenza, perché per tuo figlio le emozioni di paura, rabbia, tristezza, vergogna si traducono direttamente in un comportamento agìto.
Sei sicuro sicuro che, dopo averla assegnata, riuscirai ad aiutare tuo figlio a non sentirsi spaventato, arrabbiato, triste o inadeguato? Nel primo caso, potrebbe essere più facile rilassarti, pensando che il tuo intervento sia stato efficace e che sia tutto ok. Nel secondo, potresti invece arrabbiarti o disperarti, sentendoti impotente.
Facciamo un altro esperimento: mettiamoci nei panni di te quando eri bambino, te che dici che le punizioni funzionavano e ti comportavi meglio di tuo figlio. Sei proprio sicuro sicuro che non provavi paura, rabbia, tristezza da solitudine o vergogna? Prova a ricordare come ti sentivi… forse è per questo che oggi fai fatica a trovare altri metodi educativi… sii compassionevole con te stesso, non è colpa tua ma…
Sei proprio sicuro sicuro che il tuo ruolo di genitore, così importante, si limiti soltanto a sopprimere un comportamento scorretto? E poi? Tuo figlio come potrà sapere con quale comportamento sostituirlo? Non pensi che il tuo ruolo di genitore ti consenta molto più di questo? Per esempio, di essere un modello, una guida, un supporto e di poter insegnare i comportamenti utili e costruttivi; di aiutare tuo figlio a considerare le conseguenze negative dei suoi comportamenti per sè e per gli altri; di accogliere quel bambino bisognoso, e non cattivo, che si nasconde dietro a un comportamento sbagliato.
Se, dopo aver riflettuto con me, resti proprio sicuro sicuro del fatto che “punizione” faccia rima con “soluzione”, che sia davvero lo strumento migliore che hai, ti auguro di essere sicuro allo stesso modo che tuo figlio sia non soltanto ben educato, ma anche felice, sicuro di sé, aperto al dialogo e alla richiesta d’aiuto.
Se riconosci i tuoi vissuti, riconosci i vissuti dei tuoi figli.
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