Adolescenti ingestibili, li puniamo?
- Giada Lauretti
- 19 feb 2024
- Tempo di lettura: 3 min
La maggior parte delle volte non ci rendiamo conto che il nostro atteggiamento li porta a difendersi dal giudizio negativo e da un senso di fallimento che, alla loro età, è deleterio per la costruzione di una sana autostima.
Le punizioni che si danno agli adolescenti di solito sono: “non esci”, “non puoi incontrare i tuoi amici”, “ti sei guadagnato una sospensione”, “ti sequestro il telefono”, “non puoi fare lo sport che ti piace tanto questa settimana”.
L’adolescenza è l’età in cui avviene la separazione definitiva dagli adulti di riferimento e l’individuazione della propria identità. Significa che tuo figlio sta cominciando a sviluppare un’autonomia di pensiero e di scelta, indipendentemente da quello che pensi tu e che, proprio perché non la pensate allo stesso modo, si assume le sue prime piccole responsabilità.
Se, contro il tuo parere, decide di non lavarsi e puzza, decide di non studiare e prende un voto basso, decide di far qualcosa di nascosto e gli va male, la responsabilità è solo sua, ma può imparare dai propri errori. Lo capisce benissimo che ha fatto una scelta sbagliata e che tu non eri d’accordo (perché lo deve sempre sapere se tu non sei d’accordo), ma ha pensato diversamente, si è messo alla prova.
Sei proprio sicuro sicuro che la punizione sarà un valore aggiunto e gli insegnerà qualcosa di utile? Considera che, a quest’età, se tuo figlio vuole, riesce a fare le cose e a trovare un escamotage, anche se tu ti illudi che la tua punizione sia in atto.
Magari, invece, con tuo figlio la punizione sembra avere successo, ma chiediti cosa o chi stai punendo. La punizione non è diretta al comportamento, ma a quella spinta all’autonomia che nel tuo ragazzo sta appena emergendo. Potrebbe sentirsi quindi incapace per due motivi:
Primo, perché si è già accorto da solo che ha sbagliato
Secondo, perché tu lo hai punito
La conseguenza di una sua azione incauta o scorretta: è quella l’occasione di apprendimento per lui! E allora tu cosa puoi fare? Magari avrà bisogno di supporto emotivo e poi di capire insieme a te i motivi per cui ha fatto una scelta sbagliata o quali possano essere stati i suoi errori, cosa può modificare nel suo modo di valutare le situazioni.
Dai, che non è così difficile mettersi nei suoi panni! Pensa quando capita a te, di sbagliare qualcosa e poi arriva qualcuno che ci mette il carico sopra. Per esempio, hai bruciato la torta nel forno, sei avvilito o avvilita e poi arriva un’altra persona, magari il tuo partner, che ti urla per il guaio commesso perché non c’è tempo di prepararne un’altra per la cena con gli amici. Il fatto che l’altro ti rimproveri, aumenta la tua consapevolezza di aver sbagliato o lo sapevi già? Non penso che serva a prepararti maggiormente per la prossima volta. Secondo me ti sentiresti soltanto frustrato. Perché per tuo figlio dovrebbe essere diverso?
Il cervello è lo stesso per tutti, anzi, quello del tuo ragazzo è ancora in via di sviluppo è merita più attenzioni. La parte emotiva va nutrita e la parte razionale va guidata. Quando non ti ascolta, anziché minacciare punizioni, prova con calma a dire “io non sono d’accordo, secondo me è così… e andrà così…, ma magari secondo te andrà diversamente. Tu come pensi che andrà?”. Rimanda a lui la responsabilità delle sue scelte. Questo modo di comunicare lo porta a ragionare perché non deve disperdere energie per farti capire a tutti i costi che è diverso da te e sai perché? Perché tu stesso con calma stai affermando la vostra diversità di opinioni dicendo “secondo me” o “io penso che…” e non parli come detentore della verità assoluta: “funziona così!” , “te lo dico io”, “vedrai che combinerai”, “stai sbagliando tutto!”. Se tuo figlio non deve difendersi da un giudizio negativo, si sentirà al sicuro e quando ci si sente al sicuro si attiva la parte del cervello che ragiona: la corteccia.
Allora, ora che hai riflettuto con me, cosa diresti a tuo figlio anziché assegnare punizioni, per aiutarlo a diventare più responsabile?
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